Nel mondo dell’informazione locale, ma non solo e della condivisione sui social, è del tutto legittimo e anche fondamentale che i lettori o gli osservatori esprimano liberamente critiche.
La critica, quando viene formulata con rispetto e argomentazioni valide, essendo il sale della democrazia, aiuta anche nella crescita intellettuale.
Tuttavia, ci dispiace notare un fenomeno in crescita che, a nostro avviso, è controproducente.
Si tratta della tendenza a spostare il dissenso e la critica in conversazioni private.
Messaggi diretti o chat diventano spesso teatro di lunghe, estenuanti e spesso inutili discussioni che, sfortunatamente, rimanendo private, negando al pubblico la possibilità di un vero confronto.
Questo discorso sia chiaro non si riferisce solo all’articolo pubblicato stamattina, ma è un appello di carattere generale.
Se un contenuto, che sia un articolo, una riflessione o una o più foto, non convince, e se si ritiene che un’affermazione o una interpretazione sia errata o maldestramente riportata, si ha a disposizione uno strumento sacrosanto: il diritto di replica.
In Italia, il “diritto di replica” è disciplinato principalmente dalla Legge sulla Stampa (n. 47 del 1948), in particolare dall’articolo 8, che stabilisce l’obbligo per le testate giornalistiche di pubblicare una rettifica o replica quando vengono diffusi fatti o affermazioni ritenuti lesivi della dignità o contrari a verità.
Questo diritto, tutelato dalla legge, vale anche per i semplici cittadini.
È, in sostanza, quel meccanismo democratico pensato per bilanciare l’informazione, correggere eventuali inesattezze e garantire il pluralismo delle voci.
Invece di spendere energie preziose in conversazioni private, si invita caldamente a mostrare pubblicamente la stessa passione e fervore che si usano in privato.
Qual è il motivo di nascondere al dibattito generale le proprie osservazioni o la propria legittima disapprovazione?
Se non si ha nulla da temere e si ritiene di aver subito un “torto”, perchè non evidenziarlo pubblicamente?
Portare la critica in pubblico non solo significa esercitare un proprio diritto, ma arricchisce anche il dibattito, poiché la critica può offrire nuove prospettive a tutti gli altri lettori.
Serve anche a correggere l’informazione, permettendo di chiarire o, se necessario, evidenziare un errore di fronte a tutti.
In questo modo, si evita di sprecare tempo e si mette fine a “guerre” personali, utilizzando invece le energie per un confronto aperto e trasparente.
In breve, il messaggio, se non vi “pari mali” è chiaro: se non siete soddisfatti, fatevi sentire.
Noi abbiamo spalle forti e porte sempre aperte, quindi approfittate degli spazi che vi offriamo, scrivete una lettera alla redazione, utilizzate WhatsApp o Messenger e condividete il vostro contro-articolo che pubblicheremo e nel caso correggemo l’informazione data o chiederemo scusa, perchè anche questo noi sappiamo farlo.
Fate in modo che la vostra voce non rimanga un semplice mormorio in una chat, ma diventi un contributo visibile al dibattito collettivo.
Ricordate che il dibattito è essenziale per la crescita della società ed un sacrosanto diritto in democrazia. Ad Maiora
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