Dopo le dimissioni del dirigente sanitario di Villa Sofia, 65 direttori scrivono al presidente
Ispezione di Iacolino “Responsabilità gestionali”
Da laRepubblicaPalermo di Gioacchino Amato
La rivolta dei camici bianchi contro Palazzo d’Orleans. Dopo le dimissioni del direttore sanitario di Villa Sofia Aroldo Gabriele Rizzo ad insorgere contro la Regione «in cerca di capri
espiatori» sono i primari di Villa Sofia-Cervello che ieri, dopo una lunga riunione, hanno inviato a Renato Schifani una lettera aperta in cui puntano il dito contro i tagli dei posti letto e l’inerzia della politica regionale, rimasta indifferenze agli allarmi lanciati nei mesi scorsi.
Un atto d’accusa che arriva a pochi giorni dall’esito dell’ispezione dell’assessorato alla Salute a Villa Sofia, in seguito al blitz nella struttura da parte dello stesso Schifani.
Nella nota riservata, il direttore della Pianificazione strategica Salvatore Iacolino scrive di aver trovato, nella mattina di Capodanno, 50 pazienti in barella e 15 in attesa di intervento e parla di «concorrente responsabilità gestionale».
Ma secondo i medici le vere colpe vanno cercate ai piani alti. «Non è una difesa corporativistica
— chiarisce Giuseppe Bonsignore, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Cimo Sicilia e radiologo a Villa Sofia — perché la situazione delle aree di emergenza di Villa Sofia e Cervello l’abbiamo denunciata più di un anno fa e il caos che Schifani ha trovato in Ortopedia è il frutto
delle decisioni della politica regionale.
Un anno fa avevamo proposto l’accorpamento dei due pronti soccorso a Villa Sofia per avviare i lavori al Cervello e avere più personale a disposizione.
L’assessorato aveva detto di sì ma poi proprio Schifani ha bloccato tutto».
Bonsignore tira fuori i numeri: «Schifani doveva chiedersi da dove nasce la situazione che ha trovato.
In provincia di Palermo i posti letto ortopedici pubblici dovrebbero essere 110, ne sono stati attivati solo.
Solo al Civico dei 40 previsti ne sono attivi la metà mentre nelle strutture private ce ne sono 185.
Il problema è che dal 21 novembre dell’anno scorso i privati avevano esaurito il budget erogato dalla Regione e il sistema si è trovato con 185 posti in meno».
Una situazione che Rizzo aveva cercato di tamponare: «Il direttore sanitario — racconta Bonsignore — aveva rimandato gli interventi programmati proprio per affrontare questo problema, lo dimostra il fatto che i 14 pazienti sono stati operati nei successivi due giorni.
Se c’è una responsabilità, bisogna cercarla più in alto ad iniziare dalla Pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità, da Giovanna Volo a Salvatore Iacolino».
Bonsignore critica i tempi e i modi del blitz: «Il presidente è stato chiamato in causa dalla telefonata di un conoscente in attesa di intervento.
Poi il caso del decesso di un paziente ha innescato la gogna mediatica.
E quando il popolo è assetato di sangue, il potere deve dargli il capro espiatorio che oggi è stato identificato nel direttore sanitario che non più tardi di due anni fa era stato nominato Cavaliere
della Repubblica».
A fare quadrato i 65 primari di Villa Sofia e Cervello che ieri hanno scritto una lettera aperta. «La decisione del direttore sanitario — scrivono i medici — costituisce un segnale di grande dignità ma siamo certi voglia evidenziare soprattutto la disfunzione di sistema che, paradossalmente
ed ipocritamente, vuole attribuire alla responsabilità di un singolo la crisi della politica sanitaria.
Siamo stanchi di lavorare in condizioni precarie, esposti alle critiche semplicistiche e all’indifferenza della politica e sentiamo lesa la nostra dignità». I primari chiedono che le
dimissioni vengano respinte e temono che Schifani chieda altri passi indietro.
«Speriamo che l’incontro di domani serva a chiarire — sottolinea Antonio Carroccio, primario di Medicina al Cervello — L’attuale direzione strategica si è dimostrata eccellente.
Al Cervello si stanno eseguendo lavori che aspettavamo da anni, si sono avviati numerosi concorsi.
Dopo le dimissioni di Rizzo ci sentiamo destabilizzati, paga per colpe non sue.
Le drammatiche condizioni delle aree di emergenza negli ospedali sono effetto del taglio dei
posti letto e della mancanza di strutture di sanità territoriale».
Lo conferma Massimo Farinella della segreteria aziendale Cisl Medici: «Gli ospedali Villa Sofia e Cervello sono tra le strutture più penalizzate dalla carenza di medici e posti letto».
Da Palazzo D’Orleans trapela però che Schifani proseguirà con la linea dura: domani il governatore incontrerà il manager Roberto Colletti e anche il suo destino sembra segnato.
Anzi, l’intenzione del presidente è quella di estendere verifiche rigorose e sostituzioni di dirigenti, se sarà il caso, anche ad altre aziende.
«Ma la Sanità siciliana non è solo emergenze e disagi», afferma Schifani con riferimento a un altro caso riferito ieri dall’agenzia Italpress, quella di una 96enne operata al femore e dimessa in cinque giorni all’Ingrassia.
Un caso certamente non frequente, e che riguarda una struttura più piccola e con meno pressioni:
ma è utile al governatore per indicare un raggio di luce nella bufera esplosa in questi giorni.
Da laRepubblicaPalermo di Gioacchino Amato
