Il detto siciliano “i mani si ponu sempre lavari, a coscenza fitusa invece no”, le mani si possono sempre lavare, la coscienza sporca invece no, è un vero e proprio ammonimento che risuona con sorprendente attualità nella società contemporanea.
Le sue parole sono semplici ma racchiudono un messaggio e una verità profonda.
Se la sporcizia materiale può essere lavata via con facilità, le macchie sull’anima o sulla coscienza, quelle derivanti da azioni disoneste e comportamenti immorali, tendono a rimanere indelebili.
Viviamo in un’epoca in cui sembra la morale di molti è impazzita, il rispetto per gli altri, la lealtà, la trasparenza, valori che un tempo erano pilastri della convivenza civile, appaiono sempre più una rarità.
È un triste spettacolo assistere a come si diffondano certe pratiche dannose, l’arte di cospirare alle spalle, architettare tranelli per danneggiare il prossimo, la ricerca ossessiva di favori e raccomandazioni per raggiungere posizioni che il proprio merito e capacità da sole non consentirebbero.
Questa corsa sfrenata all’affermazione personale, spesso a discapito degli altri, crea un ambiente malato, anzi tossico.
Si cerca di mettere in cattiva luce i colleghi, gli amici, persino i familiari, pur di primeggiare, di accaparrarsi un vantaggio, di ottenere un riconoscimento.
Si dimentica che la vera grandezza non risiede nel calpestare gli altri, ma nel costruire insieme, nel valorizzare le proprie capacità individuali per il bene comune.
Ma la vita spesso restituisce la verità, anche se ci vuol del tempo e pian piano certe verità o quello che sii è realmente viene a galla.
Ciò che è stato seminato, prima o poi, viene raccolto. Le macchinazioni, gli inganni, le ingiustizie, non rimangono sepolti per sempre, possono emergere sotto forme inaspettate, portando alla luce la vera natura di chi ha agito nell’ombra ma, mentre le mani, magari sporche per il duro lavoro onesto e faticoso, possono essere lavate con un po’ di acqua e sapone, la coscienza, di chi ha fatto o sta facendo del male, chi ha raggiunto posizioni immeritate, rimane sporca a vita e, venuta fuori, rischia di far cadere dal trono al il re o la regina che ritenevano il loro regno eterno.
Questa “sporcizia” interiore è un bagaglio invisibile ma pesantissimo.
È una macchia che non svanisce con il tempo, ma che tende a ingrandirsi, a tormentare, per chi ha una coscienza, a ricordare costantemente scelte e comportamenti sbagliati.
Il detto siciliano non è solo un richiamo a comportarsi diversamente e bene, ma anche un invito ad una profonda riflessione.
Dovrebbe portare a chiedersi quali insegnamenti o eredità vogliamo lasciare. Se vogliamo essere ricordati per le nostre capacità autentiche e per il rispetto che abbiamo mostrato verso altri, o per le scorciatoie prese e per il male che abbiamo seminato e fatto, arrecando danni e facendo magari soffrire tante persone.
È fondamentale riscoprire il valore dell’integrità, dell’onestà e del rispetto reciproco.
Solo così potremo costruire una società più giusta, più equa e, soprattutto, più sana.
Perché, in fin dei conti, le mani possono sempre essere lavate, ma una coscienza sporca, quella, purtroppo, è destinata a rimanere tale, anche se purtroppo molti ormai ci convivono serenamente. Ad Maiora
Ringraziamo il gruppo Facebook Popolo di Sicilia-Siciliana Doc perla vignetta.

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