È quasi commovente la tenacia con cui alcuni, in maggioranza politici, anche se il termine indica ruoli e competenze che spesso non meritano o hanno, si lanciano in queste crociate giudiziarie, armati da sdegno verso la “plebe”, giudicata rozza e ignorante e da un avvocato fin troppo ottimista, convinti di aver subito un’onta così grave da meritare l’attenzione delle aule di tribunale.
E poi c’è il presunto reo o rei, ritenuti colpevoli di aver espresso un’opinione un po’ troppo colorita, di aver fatto una battuta infelice o semplicemente di aver criticato il loro essere impegnati a lavorare per il bene della città con amore e sacrifici.
Che gente.. vanno puniti, ecco allora che gli offesi o presunti tali, feriti nell’anima e nell’onore, si ergono a paladini della giustizia dall’alto del loro piedistallo, dimenticando o facendo finta di non sapere, che la libertà di parola e di critica è un concetto un po’ più ampio di quanto possano concepire.
Depositano montagne di carta, allegando screenshot e si scomodano magistrati già oberati, si spendono denari per punire questa “gentaglia”, per arrivare poi al verdetto finale, “Archiviazione”.
Sorpresa? Diremmo di no. È come guardare una partita di calcio in cui si sa già che la squadra meno forte perderà miseramente. L’unica incertezza è il punteggio finale della disfatta. Ovvio ci possono esse i casi clamorosi, ma sono rari.
Eppure, nonostante la prevedibilità dell’esito, il rito si ripete, sol perchè l’arroganza prevale sempre.
Ma probabilmente è una forma di terapia, suggerita da qualche psicologo, un modo per dare sfogo alle proprie frustrazioni, non potendosela magari prendere con chi sta più in alto, scaricano tutto verso coloro che secondo la loro visione, distorta, stanno più in basso…il “popolino”.
O forse è solo una malcelata speranza di ottenere un risarcimento, quel piccolo contentino utile a guarire le ferite dell’orgoglio, o per mettere qualche soldino da parte, il futuro può riservare, specialmente in politica, delle spiacevoli sorprese o, ancora peggio, fare in modo che in futuro altri possano osare parlare o scrivere.
Ma alla fine, la giustizia, quella vera, non quella percepita dall’offeso di turno, fa il suo corso.
E le querele temerarie, come bolle di sapone, scoppiano nel grande palazzo della giustizia e vengono archiviate, lasciando dietro di sé solo un vago sentore di tempo e risorse sprecate e una grande tristezza nel cuore dei temerari querelatori.
Quindi, la prossima volta se qualcuno dovesse sentirsi profondamente offeso da un commento su internet o da un articolo di giornale, faccia un bel respiro, faccia esperienza del passato su fatti simili e possibilmente si affidi a qualcuno “bravo”, per evitare di subire, oltre la sconfitta e il dover pagare le spese, anche il “richiamo” nella motivazione di archiviazione, come successo in passato.
Ma i politici tosti, quelli che vantano anni di militanza, non si arrenderanno mai, sperano per la propri immagine, quella che li vede professarsi sempre dalla parte dei cittadini, che queste “sconfitte” non si sappiano in giro, mentre, in caso di vittoria, avrebbero tappezzato tutta la citta di manifesti.
Tisane rilassanti e lunghe passeggiate, di tempo volendo se ne trova sempre o se ne avanzerà, ne trarrebbe giovamento anche il portafoglio e il sistema giudiziario, che ringrazierebbe.
A guadagnarci sarebbe anche la loro immagine politica, visto che ultimamente, la “plebe”, non pare li abbia molto apprezzati. Ad Maiora
