Un cartello di 33 sigle si appella al presidente della Repubblica “Sono dannosi e inutili”
Assemblee cittadine, manifestazioni, ricorsi al presidente della Repubblica: gli ambientalisti sul piede di guerra sono pronti a dare battaglia sul fronte dei termovalorizzatori.
Non più come singole associazioni, ma come cartello di 33 sigle unite nella vertenza comune, da Zero Waste a Legambiente, da Rifiuti Zero all’Arci, dai Fridays for future a Un’altra Storia.
Insieme stanno promuovendo una serie di incontri divulgativi, “Futuro in cenere”, sul fronte del ciclo integrato dei rifiuti e contro il ricorso agli impianti di termovalorizzazione.
Ad annunciare il ricorso è l’ex presidente della commissione Ambiente all’Ars Giampiero Trizzino, oggi nel direttivo di Zero Waste: “Per la prima volta il ricorso sarà sottoscritto da tutte le 33 sigle della rete Sicilia Pulita, ci appelliamo al presidente della Repubblica sulla procedura di approvazione del piano rifiuti”.
Lo stesso atto è stato sottoscritto anche da Pd, Movimento 5 Stelle, Avs e Rifondazione comunista.
“Dopo la grande assemblea pubblica di Catania — annuncia Trizzino — ne stiamo programmando una a Gela e una a Palermo”.
E se la nota di Palazzo d’Orleans che annuncia la firma con Invitalia parla di un “passo decisivo nella gestione sostenibile dei rifiuti”, per il presidente di Legambiente Sicilia Tommaso Castronovo si tratta di toni” tanto trionfali quanto illogici: viene in mente il libro di Gianrico
Carofiglio sulla manomissione delle parole. Vorremmo dire al governatore Schifani che di sostenibile non c’è niente: i tempi sono più lunghi di quanto lui possa immaginare.
Senza contare che la produzione rifiuti sta diminuendo: andando avanti avremo sempre meno rifiuti da gestire e sempre più da riciclare. Quelli di Schifani sono impianti a perdere”.
Per il presidente di Legambiente “fa specie che ci sia questa attenzione alla propaganda ma non ci sia stata la stessa attenzione nell’accelerare sugli impianti veramente utili, come quelli di biodigestione aerobica finanziati col Pnrr, ma anche sul trattamento delle apparecchiature
elettroniche, laddove in Sicilia al momento c’è un solo impianto e una raccolta tra le più basse d’Italia”».
Per Giulia Di Martino (Arci Palermo) “la strategia della Regione è inadeguata dal punto di vista
dell’economia circolare, ma attuata in contesto di commissariamento che non ha garantito l’adeguato dibattito sulle decisioni prese”.
Dello stesso avviso anche i Cinquestelle componenti della commissione Ambiente all’Ars Cristina
Ciminnisi, Adriano Varrica e Jose Marano, secondo cui “l’entusiastico annuncio del presidente Schifani di aver affidato a Invitalia la gestione delle gare d’appalto per la costruzione degli inceneritori in Sicilia dimostra come questo governo di destra abbia creato talmente tanto
disagio in tema di rifiuti con anni e anni di mancata programmazione sugli impianti dell’economia circolare, da voler vendere ai cittadini la soluzione degli inceneritori come
l’unica possibile. Peccato che gli inceneritori siano strutture altamente impattanti dal punto di vista ambientale, anacronistiche dal punto di vista tecnologico ed antieconomiche.
Paradossalmente la Regione potrebbe inaugurare i due inceneritori e subito essere costretta
a chiuderli”.
Per il segretario del Pd Anthony Barbagallo “Schifani continua a non risolvere nessuno dei problemi della Sicilia, si limita ad annunciare misure strabilianti, ma non sono riusciti a raggiungere un solo rigo alla precedente programmazione”.
