Il verdetto del Collegio di Garanzia elettorale. Adesso dovrà esprimersi il consiglio regionale
Manca il rendiconto delle spese elettorali, non risulta neppure il mandatario-committente della candidata, quindi Alessandra Todde dev’essere dichiarata decaduta dalla carica di consigliera regionale e di conseguenza da quella di presidente della Regione Sardegna.
È un autentico cataclisma politico quello che ha scosso l’isola nel tardo pomeriggio di ieri, quando il Collegio di garanzia elettorale ha notificato ai vertici del Consiglio regionale un’ordinanza ingiunzione con la richiesta di sanzionare con la decadenza la presidente del M5s eletta il
22 febbraio scorso nelle file del Campo Largo, facendo balenare lo spettro del commissariamento
della Regione e di nuove elezioni.
La clamorosa iniziativa del Collegio formato dal presidente della Corte d’Appello Gemma Cucca, da altri due magistrati e da tre membri laici è arrivata dopo una lunga istruttoria che ha coinvolto
buona parte della massima assemblea elettiva sarda.
Con lo staff della presidente riunito d’urgenza insieme ai legali, dalla sede di viale Trento sono rimbalzate le prime reazioni a una notizia non del tutto inattesa: nei mesi scorsi infatti il Collegio
di garanzia aveva chiesto più volte spiegazioni ad Alessandra Todde, accertato che l’incartamento
relativo alla campagna elettorale risultava incompleto.
Si parlava di inadempienze, oggi la contestazione sembra essersi drasticamente aggravata.
La legge nazionale e quella regionale prevedono che a elezioni concluse i candidati eletti
debbano presentare un rendiconto dettagliato e trasparente di ogni spesa sostenuta nel
cammino verso le urne, compresa la provenienza di ogni risorsa economica impiegata.
La relazione finale è affidata alla cura e alla certificazione del mandatario, una sorta di contabile
nominato dal candidato.
Se nei casi di altri consiglieri regionali sarebbero state riscontrate solo lievi irregolarità, in
quella della presidente sarebbe emersa una carenza gravissima: mancherebbero del tutto il
rendiconto delle spese e il nome del mandatario (o committente), mentre un conto delle spese e degli aiuti ricevuti esiste ma sarebbe arrivato dal coordinatore del M5s Ettore Antonio Licheri, non da Alessandra Todde.
Non c’è neppure il conto corrente bancario dedicato, previsto dalla legge.
Una sequenza di errori talmente grossolani da apparire quasi impossibile, soprattutto per una
politica navigata e competente come Alessandra Todde.
La spiegazione infatti ci sarebbe Sardegna, Todde è in bilico: “Non presentò il rendiconto”
ed è contenuta in una memoria depositata da tempo all’ufficio del Collegio: al momento della consegna del materiale il comitato elettorale della presidente eletta avrebbe presentato due volte gli stessi documenti, dimenticando quelli che contenevano la ricostruzione delle spese. In altre
parole: il rendiconto c’è – 90 mila euro, più per errore altri 90 mila – ma non è stato consegnato.
Certo uno sbaglio piuttosto imbarazzante, ma –si sostiene in viale Trento – commesso in buona fede.
Strano che i magistrati della Corte d’Appello non abbiano tenuto conto della spiegazione fornita da Todde e abbiano assunto la decisione estrema di chiedere al consiglio la decadenza, ancora più strano se si considerano le conseguenze.
Ora però un chiarimento dovrà avvenire e dovrà essere esaustivo, perché la posta in gioco è il
governo della Sardegna. “Impugnerò nelle sedi opportune, la notifica della Corte d’Appello è un atto amministrativo. Ho piena fiducia nella magistratura. Continuerò il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo” questo il primo commento della presidente poche ore dopo la formalizzazione del provvedimento, un commento che non entra nel merito della contestazione.
Ora, ricorsi a parte, la palla passa nelle mani del presidente del consiglio regionale Piero Comandini.
La dichiarazione di decadenza spetta all’assemblea, che potrebbe decidere di attendere il pronunciamento degli organi d’appello oppure fissare una data per l’esecuzione dell’ordinanza-in -giunzione del Collegio di garanzia.
Su questo punto le valutazioni sono molteplici: la dichiarazione di decadenza dovrebbe essere automatica e inevitabile, trattandosi dell’applicazione di una legge statale, prevalente sulla norma regionale.
Ma c’è chi sostiene che il Consiglio abbia margini almeno per prendere tempo.
Sono questioni tecniche che verranno affrontate, nel frattempo il percorso del governo Todde si
fa impervio e disseminato di incertezze che riguardano tutta la Sardegna.
