Approvata con il voto segreto
La proposta del Pd volta a potenziare il numero degli operatori sanitari.
Il centrodestra intanto ha deciso di ritirare tutti gli emendamenti alla Finanziaria
Mentre l’Ars, a fatica, approvava la norma che toglie gli ostacoli all’aborto negli ospedali pubblici,
dietro le quinte un vertice di maggioranza cambiava la strategia per la manovra bis mandando
in soffitta gli emendamenti concordati appena la settimana scorsa.
Cronaca di una giornata convulsa in Parlamento.
La norma che crea reparti ad hoc per togliere gli ostacoli che oggi rendono quasi impossibile l’aborto nelle strutture pubbliche siciliane è stata approvata.
Ma c’è voluto un voto segreto in cui a favore si sono schierati in 27 e contro in 25. Il presupposto della norma proposta da Dario Safina (Pd) è un dato che vede in Sicilia l’85% di medici
in servizio nel pubblico dichiararsi obiettori di coscienza. Negando quindi alle donne la possibilità
di abortire.
Ora all’interno dei reparti di Ginecologia degli ospedali pubblici nasceranno delle unità semplici in cui si pratica esclusivamente l’aborto. Qui verranno assunti ginecologi ma anche anestesisti che si dichiarino non obiettori.
La norma prevedeva inizialmente la perdita del posto per quanti si dichiarassero obiettori solo dopo l’assunzione.
Ma i timori di una impugnativa per incostituzionalità hanno suggerito a Safina di prevedere che nel caso il medico si dichiari obiettore dopo l’assunzione venga trasferito in altro reparto e sostituito facendo un’altra assunzione.
Decisivo, come detto, il voto segreto. Chiesto dai deputati di Forza Italia. Uno stratagemma, secondo il capogruppo del Pd Michele Catanzaro, proprio per poter approvare la legge lontano dai riflettori. Non a caso Safina ha calcolato che nel Pd in aula c’erano solo 5 deputati, dunque gli assenti erano 6. E quindi i franchi tiratori del centrodestra sono stati almeno altrettanti.
Il timore di non reggere al voto segreto ha spinto il centrodestra a cambiare strategia in vista
della manovra bis.
È stato lo stesso presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, a suggerire di limitarsi a votare, dalla prossima settimana, il solo testo base del governo che vale 50 milioni.
Non c’è un budget per le proposte dell’opposizione e per questo Galvagno ha suggerito a Schifani di rinviare la presentazione degli emendamenti della maggioranza alla manovra ter, prevista già per luglio.
Con la promessa che i 25 milioni accantonati ora possano Aborto, maggioranza ko all’Ars sui medici non obiettori poi aumentare.
Alla manovra bis Galvagno ha chiesto solo una modifica in aggiunta: 1,3 milioni per finanziare i patrocini assegnati dall’assessorato al Turismo.
Schifani in serata ha accolto il suggerimento di Galvagno, opponendosi però all’aumento del
budget per i patrocini.
Va detto che il sospetto trasversale è che alla manovrina bis possano essere agganciate alcune delle norme previste nella riforma degli enti locali (consigliere supplente e terzo mandato), che stenta ad arrivare in aula malgrado sia pronta da mesi. In quel caso però, secondo i boatos, sarebbe a rischio
l’articolo che aumenta al 40% la presenza delle donne nelle giunte comunali.
Da La Gazzetta del Sud
