Case di riposo che dichiarano un solo dipendente e oltre 5 mila impiegati fittizi .Il caso dei rider
Cento milioni di euro sottratti al sistema previdenziale siciliano fra contributi evasi e quelli erogati a falsi dipendenti.
Casi limite come il titolare della casa di riposo che si spaccia per dipendente mentre i veri
impiegati sono in nero, appena uno in regola in ogni struttura.
E i 500 rider di una società palermitana formalmente Co.co.co ma riconosciuti come lavoratori subordinati.
È il quadro delineato dalla direzione siciliana dell’Inps che ha reso noti i risultati dell’attività di vigilanza svolta nel 2024.
Sono state controllate 824 aziende e di queste 736 sono risultate non in regola, l’89,32% del
totale.
«Perché le ispezioni – spiega il direttore Sergio Saltalamacchia – partono dopo una accurata attività di intelligence, andiamo quasi a colpo sicuro ».
I crediti accertati fra contributi evasi e sanzioni ammontano a 62,1 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 20 milioni per le “prestazioni fittizie”.
«Una mole enorme di denaro – commenta Saltalamacchia – che viene sottratta a un sistema che è già a corto di risorse e che per questo in Sicilia assicura pensioni di vecchiaia in media di 1.100 euro e assegni di accompagnamento di 800 euro, una cifra che ormai non basta per tutelare
una persona non autosufficiente».
Nel corso dei controlli sono stati scoperti 8.908 lavoratori irregolari, 577 in nero e 5.131 fittizi. In particolare l’Inps Sicilia ha puntato l’attenzione sul settore delle case di cura e di riposo: ne sono state controllate 45 e sono stati scoperti 88 lavoratori e oltre 2 milioni di crediti per l’istituto.
In più la beffa di 19 rapporti di lavoro annullati e 7 riqualificati come autonomi.
«Soprattutto nelle piccole strutture – racconta il responsabile del settore vigilanza, Orazio Fabio Basiricò – abbiamo scoperto che spesso i titolari si spacciavano per dipendenti con tutti i benefici previdenziali previsti mentre i veri dipendenti erano in nero.
Ogni struttura risultava con un solo lavoratore».
La mappa delle irregolarità tracciata dall’Inps ha, comunque, mille volti.
Come quello delle imprese di trasporto e logistica che hanno creato una rete con altre 23 aziende distaccando irregolarmente ben 603 lavoratori ed evadendo 3,6 milioni di contributi. O quello della società di food delivery fondata a Palermo e adesso inglobata in uno dei grandi marchi del settore che dopo l’ispezione ha visto riconoscere ai suoi 500 fattorini con contratto di collaborazione coordinata continuativa lo status di lavoratori subordinati per gli ultimi 5 anni di impiego.
Fra contributi e sanzioni il conto, salatissimo, è di 7,6 milioni di euro.
Un capitolo a parte è quello delle Ipab, le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. «Nel resto d’Italia sono state soppresse negli anni Settanta – sottolinea Saltalamacchia – in Sicilia ne abbiamo contate 85 e stimiamo abbiano circa 600 dipendenti che spesso non vengono pagati
regolarmente. Le stiamo ispezionando dal 2021, quest’anno nelle 16 che abbiamo visitato abbiamo accertato irregolarità per oltre 7 milioni di euro».
Anche per l’Inps, c’è il grosso problema del numero di ispettori che in cinque anni in Sicilia si sono ridotti da 130 a 73. In vista c’è un nuovo concorso ma le truppe anti -lavoro nero
rimangono esigue.
«Questi dati dimostrano l’importanza dei controlli – commenta Luisella Lionti, Uil Sicilia – bisogna tutelare i lavoratori fantasma senza garanzie ». Il segretario della Cisl Sicilia,
Leonardo La Piana annuncia che si sta «lavorando a una proposta operativa che riguarderà anche l’Inps nella consapevolezza che serve una strategia complessiva»
