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Italia Nostra: L’arte censurata e la Piazza come un luna park

Last updated: 29/12/2024 16:31
By Redazione 293 Views 7 Min Read
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Riceviamo e pubblichiamo nota di Italia Nostra

“In ambito artistico il rapporto tra creatività, libertà, e censura è un tema delicato e controverso. L’artista ha sempre dovuto riflettere sui limiti verso cui si può spingere la rappresentazione creativa e sui limiti imposti dalla società o dal potere. Nel campo specifico delle arti visive, la sottrazione di un’opera allo sguardo, perché ritenuta offensiva, inappropriata o scandalosa, è un fenomeno frequente e dai contorni spesso inaspettati. Che sia a causa delle istituzioni, o del pubblico, il tema della censura nell’arte, comunque, è sempre attuale. L’edizione del 2024 della Biennale di Venezia è stata funestata e impoverita da tutto ciò che nell’arte non dovrebbe aver luogo: censura, polemica politica ed esclusioni. Per non parlare delle nuove censure in ambito digitale: in Internet, nei social. Di contro, un nuovo museo, a Barcellona, raccoglie le opere vietate per portarle alla luce, dimostrando che condannare l’arte e la cultura è sempre fallimentare. E’ un inno alla libertà di espressione il Museu de l’Art Prohibit, che espone oltre 200 opere che sono state sgradite al potere e per questo censurate, nascoste. Dalla condizione della donna al riconoscimento dei diritti LGBTQ+, dagli abusi del potere alla violenza delle guerre, sono innumerevoli i temi che vengono affrontati e denunciati da questa collezione. Alcune opere sono dedicate alla satira politica: nel mirino leader contemporanei come Donald Trump o leader storici come Francisco Franco. Tra gli artisti che trovano il loro spazio espositivo all’interno di questo museo Francisco Goya, Pablo Picasso, Ai Weiwei, Andy Warhol, Tania Bruguera, Gustav Klimt, il fotografo americano Robert Mapplethorpe, Banksy e tanti altri, in un luogo dove l’unica regola che vige è quella della libertà.

Ma veniamo alle vicende di casa nostra. Che dire del “caso” che riguarda l’opera censurata dell’artista Alberto Antonio Foresta “LIBERA, LIBERA PALESTINA – Ghiaccio e Bandiera”, scoppiato nella nostra Città, in questi giorni di festa a cavallo tra il 2024 e il 2025? Dopo le prime inevitabili polemiche, sulla vicenda è intervenuto l’assessore comunale Salvatore Petrantoni, infrangendo l’abituale silenzio della giunta Tesauro. Petrantoni, attraverso un comunicato, conferma di fatto l’azione di censura nei confronti dell’opera di Foresta. Pertanto, emerge chiaramente la volontà e l’azione di un’amministrazione comunale che, in linea con l’attuale governo nazionale, esprime un atteggiamento proprietario nei confronti della cosa pubblica e che intende sottomettere l’arte e la cultura alle esclusive ed escludenti pretese della sua propaganda. Che dire, poi, dell’affermazione dell’assessore Petrantoni che sottolinea il fatto che l’opera sarebbe stata fuori contesto in relazione al carattere natalizio della mostra in corso a Palazzo Moncada “Trame contemporanee”?. Ci viene da ridere. O da piangere. Di certo, a proposito del “carattere natalizio”, l’allestimento plateale e dispendioso pensato e realizzato in questi giorni di festa e di fede a Piazza Garibaldi, dalla giunta Tesauro, evoca più che lo spirito del Natale, l’ambiente e l’atmosfera di un luna park.

Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

NOTA_La censura nell’arte: un viaggio attraverso i secoli (da Arte Zeta Studio)

Nell’antica Grecia e a Roma, l’arte era considerata un mezzo per celebrare gli dei, esaltare la bellezza del corpo umano e narrare le gesta degli eroi. Tuttavia, anche in queste società relativamente liberali, vi erano limiti alla libertà artistica. Ad esempio, le rappresentazioni di divinità potevano essere soggette a restrizioni, poiché rappresentare gli dei in maniera sacrilega era considerato un oltraggio agli dei stessi. Durante il Medioevo, l’arte era fortemente influenzata dalla Chiesa cattolica, che esercitava un controllo rigoroso sulla produzione artistica. L’iconografia cristiana dominava le opere d’arte, e qualsiasi deviazione da essa poteva essere vista come eresia e soggetta a censura. Ad esempio, l’Inquisizione spagnola supervisionava da vicino le opere d’arte per garantire che rispettassero i canoni religiosi. Tuttavia, con il Rinascimento, l’arte conobbe una rinascita dell’interesse per l’uomo e per il mondo naturale. Artisti come Michelangelo, Leonardo da Vinci e Raffaello sfidarono le convenzioni dell’epoca, esplorando nuove forme di espressione artistica. Tuttavia, anche durante questo periodo di fervente creatività, la censura non era del tutto assente. Opere considerate oscure o eretiche potevano essere bandite o distrutte, e gli artisti rischiavano la condanna se le loro produzioni offendevano i potenti o le istituzioni religiose. Con l’avvento dell’età moderna, la censura nell’arte divenne sempre più diffusa, poiché il potere politico e religioso cercava di mantenere il controllo sull’opinione pubblica. Durante il periodo della Controriforma, la Chiesa cattolica intensificò i suoi sforzi per censurare opere d’arte che riteneva eretiche o immorali. Inquisitori e censuratori furono incaricati di vigilare sulla produzione artistica e di intervenire se necessario. Nel corso dei secoli successivi, la censura nell’arte assunse forme diverse a seconda del contesto politico e sociale. Durante il periodo dell’Illuminismo, l’idea di libertà di espressione cominciò a guadagnare terreno, e molti artisti iniziarono a sfidare apertamente le convenzioni e le autorità costituite. Tuttavia, anche in questo contesto di crescente liberalizzazione, la censura non scomparve completamente. Nel corso del XIX e XX secolo, la censura nell’arte assunse nuove forme, spesso legate a questioni politiche e sociali. Regimi totalitari come quello nazista in Germania e quello comunista in Unione Sovietica censuravano brutalmente l’arte che ritenevano contraria alla loro ideologia. Opere d’arte venivano bandite, distrutte o semplicemente nascoste al pubblico per motivi politici. Nell’era digitale, la censura nell’arte assume nuove forme e sfide. Internet ha reso più difficile per i governi e le autorità controllare e regolare l’arte, ma allo stesso tempo ha aperto la strada a nuove forme di censura online.

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