Il negoziato è ancora in corso, tra Roma e Bruxelles.
Ma l’obiettivo politico sembra ormai definito: nel 2026 il governo italiano è intenzionato a stanziare i primi fondi per aumentare le spese per la Difesa.
La cifra stabilita sarebbe quella dello 0,2% del Pil, spiegano due fonti di governo a conoscenza della trattativa con l’Unione Europea.
Non saranno tutti fondi per la spesa militare in senso stretto: questi riguarderebbero lo 0,15% e il resto riguarderà il comparto della Sicurezza.
In tutto, dunque, un aumento di circa quattro miliardi, cioè quanto la Nato ci chiede di fare
per arrivare progressivamente al 3,5% da qui al 2035.
Il negoziato sarebbe già in fase avanzata: secondo quanto risulta al Fatto , a inizio luglio, dopo il vertice della Nato all’Aja, i tecnici della Commissione Europea che lavorano con Andreus Kubilius (che a Bruxelles ha la delega alla Difesa) hanno incontrato a Roma i funzionari della Direzione Generale degli armamenti del ministero della Difesa per iniziare a discutere quali saranno gli investimenti prioritari per l’Italia. La riunione era allargata anche a funzionari della Ragioneria Generale dello Stato e della Farnesina.
Non è un caso che pochi giorni dopo il ministero della Difesa volesse presentare in Parlamento un emendamento che rendeva più rapidi e segreti gli acquisti e il commercio di materiale bellico.
La norma, che doveva essere presentata al decreto Infrastrutture, è saltata dopo le polemiche
delle opposizioni sul caso dei pedaggi autostradali, ma il ministro Guido Crosetto ha annunciato che il governo la ripresenterà in un prossimo provvedimento.
Giovedì una riunione simile si è tenuta a margine della conferenza della Ricostruzione dell ’Ucraina tra i funzionari della Commissione Europea e quelli del ministero dell’E conomia.
Il giorno dopo, venerdì, la premier Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il commissario europeo Valdis Dombrovskis: Palazzo Chigi ha fatto sapere che si è parlato di “interazione tra l’attuazione del patto di stabilità e crescita e le spese per la Difesa”.
Se l’obiettivo è quello di iniziare ad aumentare le spese nella Difesa già nel 2026 (quindi con la legge di Bilancio da approvare quest’anno), il governo non ha ancora trovato la soluzione su come riuscirci.
In teoria potrebbe attivare la clausola europea che permette di spendere fondi per la Difesa senza
farli rientrare nel calcolo del deficit prevista dal nuovo piano di riarmo Ue, ma c’è un problema:
le regole del Patto di Stabilità prevedono che Paesi come l’Italia, che hanno una procedura di infrazione aperta per deficit eccessivo (sopra il 3% del Pil) e si apprestano a chiuderla (nel 2026), se decidono di attivare la clausola europea restano in procedura d’infrazione a lungo.
Un caso che Roma contrappone a quello della Finlandia che sta rientrando quest ’anno sotto il 3%ma ha chiesto di attivare la clausola europea.
Il negoziato in corso tra Palazzo Chigi e la Commissione, quindi, riguarda una possibile deroga a queste norme per poter iniziare già da quest’anno ad aumentare i fondi per la Difesa.
Anche se Meloni continua a ribadire, e lo ha fatto venerdì con Dombrovskis, che non è convinta di voler utilizzare i fondi del ReArm europeo da 800 miliardi (150 di prestiti comunitari attraverso il sistema Safe e 650 di debiti nazionali).
Per questo, spiega un’altra fonte di governo, sul tavolo ci sono opzioni di finanziamenti diversi: il meccanismo Safe (che non convince molto perché troppo vincolato ad alcuni obiettivi), ma anche il fondo Step legato alle tecnologie.
Quest ’ultimo sembra il sistema di finanziamento al momento più interessante per il governo perché il fondo da 160 miliardi europei è legato allo Sviluppo e la produzione di tecnologie critiche nell’Unione.
Insomma, permetterebbe a Meloni di costruire una narrativa più semplice: il governo non
sta investendo su armi e munizioni ma su ricerca e sviluppo legati alla Difesa, sarebbe la tesi da sostenere vista l’impopolarità dell’argomento.
In ogni caso, un aumento della spesa sarà fatto già nella prossima legge di Bilancio per una questione politica: sarà più difficile nella manovra del 2027 (cioè quella da approvare nel 2026) prevedere ulteriori aumenti sulla Difesa visto che sarà la manovra prima delle elezioni politiche.
E il governo dovrà concentrare soldi su altri settori. Così un segnale va dato a Ue e Nato fin dal prossimo autunno.
Da ilFattoQuotidiano
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