Ogni città ha un campo di calcio, chi in sabbia, chi in erba, sintetica o naturale, ma non sono tutti uguali.
Abbiamo ad esempio il top, Wimbledon, e quello, anch’esso in erba, di uno stadio di periferia che sembra più un campo di patate che di gioco.
La differenza ovviamente sta soprattutto nelle capacità economiche della città, ma anche dalla cura e dalla dedizione dei gestori dell’impianto sportivo, i quali intervengono tempestivamente a ripristinare il manto, al primo ciuffo secco, e soprattutto evitando che chiunque entri in campo invece di calpestare l’erba normalmente, usi al posto gli scarpini come una zappa.
Ci sono atdi di periferia che sono piccoli gioelli ma capita anche, dove con enormi sacrifici e impegno è stato rifatto il manto erboso, i custodi e i giocatori non se ne curano, ad esempio non lo annaffiano regolarmente e chiunque entra in campo fa quel che meglio crede.
Così facendo dopo appena una settimana il manto si rovina, cominciano a vedersi buche, rattoppi, magari fatti male e ampie zone secche.
Lo stesso scenario, uscendo dall’esempio sugli stadi, si ripresenta a Caltanissetta, con il manto stradale appena rifatto.
Dopo anni di lamentele, finalmente molte vie cittadine vengono asfaltate e tutto, anche alla vista, assume un aspetto diverso, sembra una vera e propria città, strade lisce, senza buche e senza rattoppi.
Un vero “Wimbledon”, ammortizzatori, braccetti e penumatici ringraziano, meno meccanici e gommisti.
Ebbene, dopo appena una settimana, cosa succede? Alcune strade sembrano essere state bombardate, con piccoli cantieri che spuntano come funghi dopo la pioggia.
Sembra quasi che ogni ditta abbia aspettato il completamento dei lavori per iniziare propri lavori…e dire che si erano fatte mille raccomandazioni; si era pure detto e ridetto che se lavori si dovevano fare, sarebbero stati fatti prima del rifacimento del nuovo manto.
Piccola parentesi. Non osiamo immaginare se al governo della città ci fosse stata un’altra amministrazione, cosa avrebbero detto alcuni esponenti di questa giunta, bravi come erano a far notare tutto, quando sedevano tra i banchi dell’opposizione. Chiusa parentesi.
Molti residenti lamentano anche il fatto che molte rientranze non sono state asfaltate, ma, senza con questo voler giustificare nessuno, probabilmente quelle zone appartengono ai palazzi adiacenti, anche se su questo punto l’amministrazione dovrebbe fornire giusti chiarimenti, se non altro per evitare polemiche e lametele.
Peccato era l’occasione per fare le cose per bene, ma noi, a Caltanissetta, siamo fatti così, probabilmente ci piace gioire poco, amiamo rovinare qualcosa che è appena stato reso perfetto.
Non essendo abituati ad avere le strade belle lisce e senza buche, ecco che nulla si vieta e si lascia fare quel che si vuole, sempre che non siano urgenze, ma succedendo in diverse via, sembra difficile crederci.
Ma le strade dissestate non sono un segno di incuria o di scarsa attenzione e rispetto, in fondo fanno parte della nostra tradizione, non riusciamo proprio a farne a meno, sono un simbolo, una nostra caratteristica.
Di foto ne potremmo pubblicare diverse, lavori iniziati giorni dopo che si è asfaltata una stada.
Se ne incontrano parecchi, via Kennedy, via Fra Giarratana, viale Luigi Monaco e altre ancora e lo testimoniano le tante foto postate sui social da cittadini increduli e infastiditi.
Adesso ci raccontano che a breve verrà fatta la segnaletica orizzontale, le strisce, e tutto sarà ancora più bello, ma prima che venga fatta, sperando resista almeno fino all’autunno, sarebbe forse il caso di lasciar completare questi lavori, per evitare che, dopo il manto stradale anche la segnaletica rovinata da nuovi piccoli cantieri e conseguenti rattoppi.
Ma a noi si sa, la perfezione, sta un po’ stretta, non è cosa nostra. Ad Maiora
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