C’è un confine, che ai più sfugge, tra informare e allarmare
Un confine che, se oltrepassato, ti trasforma da stimato, per modo di dire, divulgatore di fatti a detestato “gufo” e quindi da metterlo sul “rogo”.
Avere trovato un dato, una notizia, un fatto inconfutabile che, purtroppo, non è esattamente il “ritornello” preferita da alcuni, che preferiscono invece che si racconti e si dica che tutto vada bene, è il costo da pagare.
L’intenzione è nobile, si cerca di informare, mettendo la gente al corrente di cose che magari sanno in pochi.
Quell’articolo, che era un tranquillo modo come quando si dice “Attenzione, pioggia in arrivo, prendete l’ombrello”, viene recepito come Attenzione arriva il “diluvio universale”.
Improvvisamente, si diventa il profeta di sventure, un messaggero di sciagure, quello che rovina la festa.
Ogni vostro tentativo di spiegare, di chiarie e ripetere, “attenzione, ne parlo da anni” , e che era solo un’informazione, viene travisato come il voler creare il panico.
Ci si ritrova ad essere etichettati come detrattori o uccelli del malaugurio.
Perché, si sa, chi porta notizie scomode viene visto come colui che è chiaramente contro “il sistema”.
Siete quello che vede il bicchiere mezzo vuoto quando il bicchiere, a detta dei soliti, è in realtà un paradiso.
E poi c’è il termine “allarmista”.
Allarmista, cioè quello che si diverte ogni mattina a spargere terrore per il puro gusto di farlo, che si nutre del panico altrui per attaccare il potere.
Non importa se si citano fonti certe, allegato, a supporto video di adunanze pubbliche, dove il problema è stato sviscerato in tutte le sue sfaccettatura, qualunque cosa si faccia, rimarrete sempre un seminatore di paure per mettere zizzania.
Il vostro nome viene sussurrato con disprezzo nei corridoi, siete da isolare, mentre qualcuno vi comincia a guardare con sospetto, temendo che la vostra prossima volta possa toccare a lui.
Il paradosso è che coloro che vi accusano di allarmismo saranno probabilmente gli stessi che, quando la situazione che voi avevate già detto, si verificherà, speriamo mai, esclameranno “ma nessuno ci aveva detto niente”.
Ma stavolta non lo possono fare.
Quindi, la nuova regola è che qualora la prossima volta capiterà di dover comunicare qualcosa di spiacevole, bisogna aspettarsi certe reazioni.
Se la notizia da molti non sarà gradita, bisogna prepararsi a essere catalogati e inseriti nella “black list”, magari con su scritto “Professionista della gufaggine”, almeno, avrete un titolo.
Ma forse è meglio raccontare di altro, magari dell’isola che non c’è, di giardinaggio, di bricolage o del fai da te, o meglio di cose lontano da noi e che a noi, pur dispiacendo, poco interessano, almeno così si verrà apprezzati e stimati e nessuno si lamenterà. Ad Maiora
