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Caltanissetta 401 > News > Riflessioni > Il problema del “Predicare bene e razzolare male”
Riflessioni

Il problema del “Predicare bene e razzolare male”

Last updated: 06/03/2025 7:01
By Sergio Cirlinci 289 Views 4 Min Read
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Tutti conosciamo il significato di questa espressione

E’ il classico atteggiamento della persona che agli occhi di che lo vede o di chi lo sente parlare, sembra corretta, giusta e onesta, ma che nella vita reale è tutt’altro, mostrando un’evidente dissonanza “fra il dire e il fare”.

Tutto questo è quello che capita spesso di riscontrare in alcune persone.

La psicoanalisi, oltre ad essere la teoria dell’inconscio e della spiegazione della mente umana, è un metodo di cura avviato per primo da Sigmund Freud.

La storia è piena del “predicare bene e razzolare male”, basta confrontare le parole e i fatti.

Sono tanti gli episodi che si potrebbero raccontare, ma i soggetti affetti da questa “patologia”, perchè di ciò si tratta, vanno suddivisi in due categorie.

Ci sono coloro che si comportano in questa maniera per “natura” e quelli che lo fanno per “scelta“, volutamente, per tornaconto e spesso con cattiveria e malvagità.

Che delle persone si comportino in questa maniera, sino a quando le conseguenze del loro predicar bene e del conseguente razzolar male ha ricadute solo su se stessi, liberissime di farlo, al limite perdono credibilità e stima agli occhi di chi lo osserva.

Ma quando il loro agire coinvolge altre persone, allora a questi soggetti bisogna far capire e a chi gli sta attorno che, oltre ad essere un pericolo per se stessi, sono un pericolo e grave minaccia per gli altri.

In politica questo avviene frequentemente, politici che agli elettori raccontano una determinata cosa e poi, quando devono decidere le sorti degli stessi, fanno l’esatto contrario, agendo per i propri interessi, che spesso non coincidono con quelli dei cittadini.

Ma ciò non succede solo in politica, dove ormai tutti sanno che spesso alle parole non seguono i fatti, ma succede ovunque, tra amici, al lavoro e dovunque vi siano rapporti umani.

Volersi raffigurare come l migliori, i più bravi, i più corretti, i più onesti, additando gli altri come peggiori, incapaci, scorretti, disonesti, quando viene portato ai massimi livelli, nel senso che non c’è occasione per evidenziare le proprie qualità, denigrando sempre gli altri, assume anche una veste psicologica da attenzionare, soprattutto se questo atteggiamento ha delle ripercussioni su chi ne subisce le conseguenze.

Vien fuori l’incapacità di essere franchi ed onesti con se stessi e con gli altri, ma ciò è probabilmente dovuto a una sopravvalutazione di se stessi, ritenendosi sempre su di un gradino più alto, ma che alla prova dei fatti e dai risultati poi ottenuti, dimostra il contrario.

Spesso c’è una certa riluttanza da parte degli altri a evidenziare questi atteggiamenti, vuoi anche per “sudditanza” anche psicologica, ma ormai il “Re è nudo” e se non si corre ai ripari, il presunto “Re”, rischia di prendersi qualche brutto raffreddore con gravi conseguenze e, se non si interviene tempestivamente, posso risultare “fatali” per loro e per chi gli sta accanto, che di conseguenza, ne subirebbero il contagio.

Ma quando il “predicar bene e il razzolar male”, anzi malissimo, raggiunge i massimi livelli, qualcuno dovrebbe ricorrere a un buon terapeuta e chi tiene a queste persone, farebbe bene a consigliarglielo.

Quindi due sono le scelte, o certa gente si fa aiutare, sperando guarisca, o è meglio starci lontano.

-Se qualcuno si dovesse risentire, vuol dire che in fondo un po’ vi si riconosce.

Fonte, Io me medesimo. Ad Maiora

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