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Riflessioni

“Noi speriamo che ce la caviamo”

Last updated: 19/01/2025 7:37
By Sergio Cirlinci 162 Views 6 Min Read
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A molti non sembrerà corretto…ma andava scritto

Sempre più spesso nei commenti sui social si leggono messaggi dove si ripete: “Si, ok hai ragione, ma la soluzione?”

La soluzione è più semplice di quanto si possa immaginare o apparire, tutti la posseggono e vive con loro giorno dopo giorno, momento dopo momento.

La soluzione è in noi, la soluzione siamo noi, la soluzione si chiama cambiamento di atteggiamento.

Ma mai potrà esserci una soluzione se non si è disposti a cambiare, certo ci vuole forza, coraggio, e l’essere liberi.

Ma quanti sono disposti a cambiare ? Quanti possono e vogliono farlo ? Quanti sono liberi di farlo ? Quanti sono disposti a mettersi in gioco ? Quanti sono disposti a metterci la faccia, a partecipare, non stando a casa aspettando che qualcuno agisca anche per lui e, se va bene, salire sul carro e unirsi, rivendicando di aver contribuito ?

Se invece va male o se non si ottiene un gran risultato, sono pronti a criticare chi ci ha provato, se non altro per farsi belli agli occhi dei criticati.

Ma c’è un problema e non è di poco conto.

Viviamo in una società dove ognuno coltiva e guarda al proprio giardinetto e, per farlo diventare sempre più bello e rigoglioso, cerca di non andar mai contro il grande “botanico“, non sia mai al bisogno non gli allunga qualche “piantina” per il suo giardino, da mostrare ai suoi come fosse merito suo.

Ma viviamo anche una società senza empatia, dove spesso non ci si immedesima negli altri, dove si pensa che certe cose accadono solo agli altri, forti del fatto che se dovesse capitarci un qualcosa, abbiamo sempre l’amico botanico che ci aiuta e protegge, intervenendo al momento del bisogno, sia per una visita specialistica, un problema burocratico, di lavoro etc. etc..,ecco perchè a molti non conviene esporsi.

Una società fatta anche di persone fondamentalmente sole o isolate.

Molte persone pensano di avere migliaia di “amici” sol perchè mettono loro tanti “like”, per alcuni un contatore di quanto si vale, ma nella realtà dei fatti i veri amici si contano sulle dita di una mano, il resto sono conoscenti, che cercano solo se hanno bisogno, per poi non interessarsi della loro esistenza.

Molti, con un cellulare in mano credono di essere chissà chi, parlano con migliaia di persone, che probabilmente neanche conoscono e che, probabilmente, non hanno mai visto personalmente o scambiato due parole a quattrocchi.

Pensano di averle vicino, di trovarseli sempre accanto, ma nella realtà dei fatti di molti non sanno neanche chi sono, se stanno bene o male, se sono felici o infelici, l’importante è che mettano tanti “like”.

Il valore di una persona non si misura sul numero degli amici virtuali o su quanti like prende un proprio post o commento, il vero valore non si misura sui social, ma nella vita reale, con quello che si fa quotidianamente, soprattutto per la collettività e quindi per gli altri.

I social non sono la realtà, lo sanno tutti, ma questo mondo virtuale può aiutarci a cambiare le cose e riconquistare il vecchio mondo, almeno sino a quando verrà data la possibilità di pubblicare e commentare in maniera seria, fattiva e costruttiva; se i social si usano in questa maniera, non per denigrare o attaccare chi ci risulta antipatico, allora abbiamo ancora qualche speranza che possa veramente cambiare qualcosa.

A poco serve segnalare, bloccare, minacciare, tanto se si ha ostinazione e coraggio il modo per andare avanti si trova comunque.

Probabilmente chi critica i social, prevalentemente lo fa perchè danno fastidio, in alcuni casi infatti è solo grazie ad essi se vengono fuori notizie e verità che altrimenti non si verrebbero mai a sapere.

Chiaramente questo non piace a chi comanda, loro amici compresi, ma è utile a chi si oppone e che vuol rappresentare una realtà che spesso non è quella che vogliono far credere sia.

Quindi lunga vita ai social e a un’informazione libera, imparziale e sempre a 360°, portati avanti con obiettività, coraggio e ostinazione, esponendosi non solo per se stessi ma anche per gli altri, ma soprattutto mai nascondendo verità o fatti, giusto per “proteggere” in maniera, delle volte, spudorata una parte, difendendo spesso l’indifendibile, semplicemente per amicizia, interessi, tornaconti personali o appartenenza politica, insomma cercare di essere obiettivi, cosa non di tutta l’umana gente.

“Noi speriamo che ce la caviamo”

A molti questo sembrerà un discorso fazioso, ma sarebbe l’ennesimo errore.

L’unico modo per cavarcela e sperare in un vero cambiamento, ma va fatto tutti insieme, chi salva solo se stesso oggi, condanna tantissimi altri a pagare per la sua salvezza e domani se le parti dovessero invertirsi, a quel punto chi li salverà ?

La situazione può anche non piacere o far comodo, ma questa è.

“Noi speriamo che ce la caviamo”. Ad Maiora

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